[ITA] [Internet4Things] Analytics in crescita in Italia del 14% a quota 790 milioni di Euro

Dalla ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano emerge che Banche, Assicurazioni, Media, Telecomunicazioni spingono la domanda e sono le funzioni marketing, finanza, acquisti e supply chain a promuoverne l’adozione in azienda. Il Big Data Innovation Award a Eni e a Lastminute.com

Carlo Vercellis, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business IntelligenceI Big Data crescono e sono una realtà sempre più importante per il nostro paese. Carlo Vercellis non ha dubbi, è vero che i Big Data in Italia stanno crescendo e che l’orizzonte è certamente favorevole ma è necessario definire un chiaro percorso di avvicinamento e di formazione per le imprese. Una sorta di Big Data Journey. “L’Internet of Things (IoT) farà esplodere la necessità di gestione e analisi dei dati e se si associa questo orizzonte a quello del Mobile, che come diffusione ha superato la popolazione, si può facilmente prevedere una crescente necessità di analisi.

Vercellis, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano, osserva come la ricerca abbia messo in evidenza che se la Business Intelligence è utilizzata a regime nelle imprese dall’88% del campione, nel caso dei Big Data stiamo parlando di una quota che si ferma al 17%. “Ma i Big Data – precisa – presentano un tasso di crescita decisamente molto interessante. La fotografia complessiva del mercato rispecchia questo profilo: “Il mercato analytics in Italia vale 790 milioni di di Euro – prosegue Vercellis – ed è cresciuto con un tasso del 14% rispetto al 2015. La quota della Business Intelligence è pari all’84%, la quota Big Data è del 16%”. Cambia invece la prospettiva dal punto di vista dei trend di crescita con la Business Intelligence che procede a un tasso dell’11% e i Big Data che accelerano e progrediscono a un tasso del 34%.

La spinta di Marketing e Vendite

Alessandro Piva, Responsabile della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business IntelligenceMa chi spinge per i Big Data in azienda e chi “frena”? Alessandro Piva, Responsabile della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence mette in evidenza che sono prima di tutto sono le persone del marketing e delle vendite a promuoverne l’adozione: nel 77% dei casi ne sono fruitori e nel 75% dei casi presentano le maggiori potenzialità. Amministrazione, finanza e controllo sono già utenti nel 76% dei casi mentre nella percentuale delle potenzialità scendono al 37%. Tra le altre funzioni vanno segnalati l’It (60% delle fruizioni) e gli acquisti (55%).

La mappa del mercato in termini di settori non presenta sorprese: le banche, come prevedibile, sono “affamate” di Big Data e sono a una quota del 29%, l’industria è al 21%, telco e media sono al 14%, PA e sanità al 9%, mentre Retail/GDO all’8%, utility al 6% e assicurazioni al 5%. Anche qui lo scenario cambia se si guarda alle prospettive di investimento per il futuro e vediamo che sono le assicurazioni, le telco, i media e, ancora una volta le banche, ad accreditare una previsione di crescita tra il 15% e il 25%.

Ma i Cio cosa ne pensano e che atteggiamento pensano di avere? Nel 44% dei casi gli Analytics saranno la principale priorità̀ di investimento per i Chief Information Officer , “ma la vera sfida – osserva Piva – riguarda l’introduzione in azienda di competenze adeguate. Per sfruttare appieno gli analytics – prosegue -, le organizzazioni hanno bisogno di figure di governance, come il Chief Data Officer, che è presente oggi nel 26% delle organizzazioni. Oppure servono nuove figure professionali come il Data Scientist, che è già nelle organizzazioni nel 30% dei casi , anche se spesso – conclude Piva – il loro ruolo non è ancora chiaramente codificato”.

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